“Hole, il buco.”

La storia, se non il destino dell’Occidente, è stata segnata dalla logica, o logistica, del tutto, dell’intero, della forma de-finita, il discorso del whole che ripugna l’horror vacui, ripudia e rimuove lo scarto, il taglio, la fenditura che inciampa il pieno, il continuum della catena significante che inchioda e canalizza corpi e desideri nella “buona forma” del tutto (whole). Il buco, hole, interrompe vertiginosamente e “catastroficamente” tale discorso, sovvertendo le magnifiche e sorti progressive della società borghese.

Toni D’Angela è insegnante, critico, film curator. Ha scritto libri e saggi (soprattutto) sul cinema americano, classico, moderno, d’avanguardiae d’artista (Allan Dwan, Raoul Walsh, John Ford, King Vidor, Orson Welles, Nicholas Ray, Joseph Losey, Stan Brakhage, Bruce Baillie, Andy Warhol, Jack Smith, Peter Hutton, Lewis Klahr, Richard Serra, Gordon Matta-Clark). Ha organizzato rassegne, programmi, tavole rotonde in Spagna, Brasile, Francia, Croazia – quasi mai in Italia. È fondatore e editor-in-chief del trimestrale multilingue e internazionale «La Furia Umana». È presidente di CAMIRA (Cinema and Moving Images Research Assembly).

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